EHMA ITALIA SOSTIENE IL PROGETTO “MATERNITÀ COVID-19”
La Sezione Italiana della European Hotel Managers Association a fianco della Fondazione Francesca Rava per realizzare percorsi di maternità protetta in alcuni ospedali italiani |
“Nonostante il turismo faccia parte di uno dei settori più colpiti dalle stringenti misure anti Covid-19, la sezione italiana dell’Associazione Europea Direttori d’Albergo non vuole mancare al suo dovere civile", spiega Ezio A. Indiani (nella foto), Presidente EHMA e DG dell’Hotel Principe di Savoia di Milano, “abbiamo scelto quindi di sostenere a novembre con una donazione la Fondazione Rava per il progetto MATERNITÀ COVID-19”. Già nello scorso aprile EHMA Italia era intervenuta a favore della Protezione Civile e dell’ospedale pubblico di Bergamo San Giovanni XXIII, entrambi impegnati in prima linea per l’emergenza sanitaria. Tutti i soci di EHMA Italia hanno contribuito a questa importante iniziativa in quanto l'equivalente delle quote associative italiane per il 2020 è stato interamente devoluto a questi progetti.
In prima linea in Italia nelle emergenze e per i bambini in difficoltà, a partire dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, la Fondazione Francesca Rava, in coordinamento con la Direzione Welfare della Regione Lombardia e con le Direzioni generali e sanitarie degli ospedali italiani, ha posto in essere una serie di azioni concrete e immediate per rispondere ai bisogni segnalati dagli ospedali in termini di posti letto, attrezzature e dispositivi di protezione individuale per i Reparti Maternità Covid-19 sul territorio nazionale.
“Un grandissimo grazie di cuore a EHMA Italia da parte di tutti noi della Fondazione per non lasciarci soli ed essere al nostro fianco in questo continuo e incessante lavoro” ha commentato l’Avv. Mariavittoria Rava, Presidente della Fondazione.
La nuova emergenza si sta infatti distinguendo per un numero maggiore di gestanti colpite dal virus, anche con sintomi gravi e conseguente pericolo per il feto. In molti casi le mamme appartengono ai ceti più disagiati, perché legati ad ambienti domestici ristretti, e alla necessità dei membri della famiglia di spostarsi per lavoro, e scarsa attenzione alla protezione dal contagio.