Skip to main content

Rinnovo Ordine dei Medici di Roma: Giuseppe Lavra riconosce “I mille problemi della sanità pubblica”

Giuseppe Lavra, 65 anni compiuti a giugno dello scorso anno, medico ospedaliero conosciutissimo, Direttore di struttura complessa presso l’Azienda “S. Giovanni Addolorata” di Roma, componente della Consulta Deontologica della FNOMCEO, esponente nazionale della CIMO e segretario regionale della CIMO LAZIO, oggi Presidente in carica dell’Ordine dei Medici di Roma si ricandida ora a guidare ancora una volta la “meravigliosa famiglia dei medici romani”. 

16GiuseppeLavraPersonaggio poliedrico, intellettuale raffinato, manager pragmatico, clinico come pochi, Giuseppe Lavra spiega che la “sua” lista, “Insieme per la nostra Professione-Prima di tutto Medici”, ha come stella polare l’unità della professione medica: “ L’auspicio-dice- è che si prosegua il processo di ricostruzione di un Ordine professionale che abbia la capacità di assolvere in pienezza alle competenze che lo Stato, con forza di legge, gli ha affidato”.

 Con fierezza e con estrema determinazione il Presidente Lavra ricorda che “all’Ordine professionale è stato affidato il compito di vigilare e di tutelare l’autonomia, l’indipendenza, la libertà e il decoro della professione medica. La legge affida all’Ordine la promozione del progresso culturale degli iscritti, il compito di concorrere con le Autorità locali nell’attuazione dei provvedimenti che interessano l’Ordine, di esercitare il potere disciplinare avendo come unico riferimento il Codice Deontologico e di interporsi, se richiesto, nelle controversie tra i propri iscritti e terzi o verso Enti.

 E’ quindi fondamentale che l’Ordine continui ad esercitare queste competenze implementandole per fronteggiare adeguatamente il momento storico molto difficile che sta attraversando la professione medica”. Poi parla dei mille problemi legati alla vita della corporazione e alla lettura che di essi propone la sua bella squadra: “Le difficoltà che riguardano la nostra professione- riconosce il leader dei medici romani- sono da correlare all’evoluzione e al cambiamento in atto nella Sanità che impongono al medico di misurarsi con un contesto radicalmente mutato e caratterizzato da una grande complessità”. 

Tema di non facile comprensione, ma che il Presidente Lavra spiega in questa maniera: “Questa complessità è determinata dall’accresciuto sapere scientifico che ha imposto la necessità di procedere al riduzionismo delle discipline mediche, alla conseguente necessità di agire la medicina in modo multi disciplinare e multi professionale nell’ambito delle organizzazioni sanitarie, dalla rivoluzione della tecnologia sanitaria, dalla rilevante e condizionante dimensione degli interessi economici che muovono i Servizi Sanitari, dalle potenziate esigenze relazionali con gli stakeholders.

Anche la crisi della gerarchia dei valori etici in campo sta accrescendo le difficoltà. Inevitabilmente gli stessi utenti sono stati coinvolti dal cambiamento in atto, diventando più informati, più consapevoli del diritto di autodeterminazione e del diritto di accesso alle cure appropriate e sono giustamente più esigenti”. 

L’analisi si fa sempre più impietosa, ma come è sua tradizione Giuseppe Lavra non sa tirarsi indietro, e affronta i nodi della professione con la consapevolezza di chi sente forte la necessità di risolverli. Dice testualmente: “Questo grande cambiamento della sanità ha reso più difficile l’esercizio della professione medica ed ha indebolito la stessa figura del medico fino a metterne in discussione anche il suo ruolo nelle organizzazioni sanitarie. 

In questa fase storica non vi è chi non veda che la professione medica, di fatto sotto attacco, sta vivendo un forte disagio in tutti i settori e specie nei settori più organizzati e delicati dei Servizi Sanitari”. 

Tale disagio - aggiunge il Presidente dei medici romani - è determinato da istanze illogiche che vengono mosse da determinati parti sociali, fino a creare strumentalmente contrapposizioni nei rapporti tra le professioni sanitarie: “A questo fenomeno, oltre all’infiltrazione nel mondo sanitario di dinamiche ispirate a obiettivi di mero potere, si sono aggiunte gravi e dolorose criticità nel sistema”. 

“I problemi sono tanti, vanno dalla accentuazione dello sfruttamento del lavoro medico con retribuzioni indecorose e con forzati lavori libero-professionali fittizi, alla precarizzazione a tutti i livelli della fascia più debole dei medici. 

Vanno dalla negazione della possibilità di accedere alla formazione specialistica post laurea, allo svilimento del ruolo e della funzione del medico nel SSN sia nel settore della dipendenza che in quello della convenzionata. 

Secondo noi l’Ordine Professionale deve continuare ad affrontare questa situazione in coerenza con il dovere di tutelare il decoro dei medici”.