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IMPRENDITORIA ITALIA: TURISMO, EMERGENZA CORONAVIRUS

Elisabetta Dotto (Imprenditrice, titolare di alberghi a Venezia e Cortina d’Ampezzo): “Non siamo come nel Dopoguerra, non ci sono macerie ma un tessuto commerciale industriale intellettuale unico al mondo, pronto a ripartire. Ma il Governo deve fare la sua parte”14elisabettadelVeneto

“Non parlo a nome di nessuno, ma come libera imprenditrice, da tre generazioni nel mondo del turismo in Veneto, che sta cercando di immaginare una via d’uscita alla crisi dovuta all’emergenza coronavirus. Noi imprenditori, come sempre, ci impegneremo e metteremo in gioco in prima persona, ma senza l’aiuto delle istituzioni per concederci proproghe o finanziamenti a fondo perduto in molti saranno costretti a chiudere. Stiamo continuando ad accumulare perdite. Non siamo come nel Dopoguerra, non ci sono macerie, c’è un tessuto commerciale industriale intellettuale unico al mondo, pronto a ripartire. Ma il Governo deve fare la sua parte”.

A parlare è Elisabetta Dotto, imprenditrice veneta, conosciuta sul web e sulla stampa come La Locandiera, a capo di due boutique hotel a Venezia, Excess Venice Boutique Hotel & Private Spa e Cortina d’Ampezzo, Ambra Cortina Fashion & Luxury Boutique Hotel. “Dal 10 marzo i due alberghi sono chiusi, i 12 dipendenti, tra quelli con contratto a tempo indeterminato e quelli stagionali, stanno smaltendo le ferie, poi attiveremo la cassa integrazione, poi verrà il momento più critico”.

“Sono impresa pura che vuole ripartire - aggiunge l’imprenditrice - e nel mondo del turismo questo è possibile, il settore si è sempre dimostrato reattivo alle crisi, ma questa volta è una vera batosta che riguarda non solo uno specifico mercato, ma tutti insieme. La ripresa non sarà immediata dopo la fine della pandemia, perché coinvolge molti aspetti”. “Risolto il problema sanitario, quello più urgente, del contagio, e garantite le condizioni di salute e di sicurezza da questo punto di vista per poter viaggiare, non sarà comunque possibile ripartire subito, ci vorrà tempo per ricostruire la fiducia nelle persone che devono spostarsi”. Per questo l’imprenditrice sottolinea la necessità di provvedimenti da parte del Governo a sostegno della ripresa, per premiare chi investe e decide di riaprire, quando sarà possibile, anche in perdita, per evitare di “svendere” le destinazioni turistiche e garantire comunque un buon flusso, con il supporto anche delle assicurazioni.

L’imprenditrice mette sul tavolo alcune proposte concrete per dare linfa vitale alle aziende in vista della riapertura e ripresa delle attività: “l’abolizione di tutti i contributi Inps per un anno a fronte di riassunzioni dell’imprenditore turistico; abolizione di tutti gli oneri fiscali a fronte di apertura della struttura, defiscalizzazione delle vacanze se usufruite  in territorio italiano; assunzione da parte dello Stato dei rimborsi costretti dai portali e dalle agenzie e dai privati. E infine una Campagna istituzionale per promuovere il nostro territorio e favorire il turismo interno e internazionale”.

Quanto tempo servirà per ricostruire la fiducia delle persone, per convincerle di nuovo a viaggiare?  “Questo non è possibile definirlo ora con certezza, sarebbe un azzardo. Facendo leva sulla mia esperienza credo di poter affermare che prima si riprenderanno i viaggi business, quelli necessari, poi successivamente quelli di piacere, le vacanze, per le quali le persone non vogliono e non possono correre rischi. Al momento non vediamo tutti l’ora di uscire, ma quando avremo la possibilità di farlo non sarà così immediato, questo lockdown ha lasciato e continua a lasciare conseguenze profonde su ognuno di noi. E’ realmente venuto il momento di dare concretezza all’espressione che tanto si sente in giro , trovare una soluzione che tuteli tutto il comparto”. “E aggiungo - conclude -  fare sinergia tra comparti diversi che già per loro natura in maniera spontanea collaborano, come moda, arte, sport e turismo, per trainarsi a vicenda anche nelle fiere e nei grandi eventi internazionali”.

Una valutazione d’insieme quindi che va oltre il conto economico delle due strutture guidate in prima persona, oltre le future inziative di marketing e promozione che verranno messe in campo, ma che guarda con preoccupazione a un settore bandiera del Made in Italy, il più colpito dalla crisi seguita alla diffusione del Coronavirus.