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La presidente di FIAVET su Radio Uno rai 

 

Ivana Jelinic su Radio Rai Uno: sì al passaporto sanitario in Europa, sostegno al futuro premier 

La  presidente FIAVET-Confcommercio ospite della trasmissione “Che Giorno è” fa il punto sulle  situazione del turismo in vista della consultazioni di Mario Draghi con le parti sociali

Il mondo del turismo  si trova in una situazione pesantissima, siamo in piena emergenza. Lo ha ricordato stamani la presidente di Fiavet Confcommercio, Ivana Jelinic, nella trasmissione di Radio Uno “Che Giorno è”.

“Purtroppo a differenza  di altri settori, dove basterà riaprire  per vedere rientrare i clienti, il turismo avrà bisogno di molto più tempo e di una stabilizzazione anche a livello internazionale per poter ricominciare a lavorare e riavere i flussi antecedenti alla pandemia” ha esordito la presidente .

Secondo Jelinic per riprendere occorre fare in modo che le aziende non falliscano. “Ci sono stati dei contributi durante lo scorso anno, ma certamente non sono sufficienti, e noi non possiamo permetterci di vedere le nostre aziende chiudere, diventando preda di tour operator e agenzie internazionali”. La presidente ribadisce la volontà di non voler consentire che il turismo italiano venga cannibalizzato. “Ci sarà poi il problema occupazione – ha proseguito -  abbiamo avuto fino ad oggi un 20% delle chiusure con conseguente perdita del posto di lavoro delle persone coinvolte, ma al 31 marzo, con la fine della cassa integrazione, temo ci si presenterà il conto più amaro di questa crisi”.

Dall’altro lato Fiavet-Confcommercio vorrebbe che si mettesse in atto una pianificazione che abbia al centro il contenimento della pandemia a livello internazionale, con misure e protocolli condivisi. La Federazione Italiana ha un’interlocuzione quotidiana con rappresentanze imprenditoriali e istituzionali di altri Paesi e il tema fondamentale è quello di un documento che attesti e certifichi in maniera inequivocabile che una persona è stata vaccinata. “Ci aspettiamo che l’Unione Europea prenda atto di questa nostra richiesta, perché noi, come associazioni dei singoli Paesi, possiamo fare poco se non c’è un protocollo, almeno a livello comunitario” ha concluso la presidente.