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PIAZZA DI SIENA, PARLA L'AGRONOMO

"COSÌ ABBIAMO RESTITUITO IL VERDE AL CONCORSO IPPICO E AI CITTADINI"

16PIAZZADISIENAIl prato verde di Piazza di Siena brilla al sole mentre parliamo con l'uomo che lo ha fatto crescere e lo cura da oltre un anno, insieme al suo staff. Dietro, anzi è meglio dire sotto quel manto-gioiello c'è un tesoro di lavoro, applicazione e competenza. Lo scorso anno riportare l'erba sul campo di gara del concorso, dopo anni di sabbia silicea, era parsa una sfida audace. Oggi si può dire che la scommessa sia vinta. «Non è stato facile, perché i tempi erano veramente ristretti – spiega Valeriano Bernardini, agronomo del Sport e Salute (già Coni Servizi) da un quarto di secolo, con varie “medaglie” nel curriculum, non ultima il prato perfetto dello Stadio Olimpico di Roma – La prima cosa da fare era ridurre al massimo il ristagno idrico, anche perché storicamente a Piazza di Siena la pioggia non è mai stata una rarità. Quindi abbiamo costruito una rete sotterranea di drenaggi, attraverso i quali l'acqua dalla superficie va in fognatura. Per ottenere un buon risultato, abbiamo letteralmente cambiato il terreno, sulla base di alcuni indagini fatti su altri campi. Si trattava di capire quale fosse il substrato più adatto a resistere alle sollecitazioni dei cavalli».

Il concorso era già alle porte, c'era da stringere al massimo: «La soluzione immediata per il manto verde è stata quella di stendere zolle già pronte di festuca arundinacea (specie erbacea utilizzata diffusamente per i campi sportivi, ndr). Subito dopo il concorso, però, per conferire al prato maggiore resistenza, abbiamo fatto un innesto ulteriore di erba più robusta, derivante da un incrocio di gramigne».

Nei mesi successivi, come previsto dall'accordo tra Sport e Salute (già Coni Servizi) e Roma Capitale, l'ovale di Piazza di Siena è rimasto aperto alla cittadinanza. Una decisione meritoria, ma anche rischiosa: «Tutto sommato – dice Bernardini – il manto erboso se l'è cavata piuttosto bene, a parte alcuni inconvenienti come le buche scavate dai cani». La manutenzione è stata continua: «In tutti questi mesi abbiamo continuato a vigilare, abbiamo gestito l'aspetto fitosanitario, dato fertilizzanti, provveduto alle falciature». Non solo prato, peraltro: «Il nostro compito è anche quello di curare il verde che sorge nei pressi del campo di gara: siepi, bordure, alberi. A proposito, abbiamo introdotto un nuovo sistema di coperture per proteggere i fusti dagli allestimenti del concorso. Anche perché qui a Villa Borghese, dove tutto sa di arte e storia, gli alberi sono autentici monumenti viventi».