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VisiTuscia volano di sviluppo per l’intero territorio viterbese

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“Breve, ma intenso”. E’ stato questo il giudizio che i protagonisti dell’XI edizione di VisiTuscia hanno dato del Workshop svoltosi sabato scorso presso la Biblioteca Storica del Palazzo dei Papi a Viterbo, puntando molto più sulla qualità che quantità. 20 Buyer e 50 Seller in rappresentanza di agenzie di viaggio, alberghi, ristoranti, campeggi, società di servizi, musei, reti d’imprese ed altro, tutti specializzati su due prodotti particolari: il “turismo slow” che premia la qualità e l’esperienza, contrapposto al turismo di massa e mordi e fuggi, e il “turismo silver” dedicato al turista ultrasessantenne che preferisce godersi la vacanza con una particolare attenzione alla qualità dei servizi e all’enogastronomia. 

10LocabdinaVisiTuscia 1Ancora una volta dunque la filosofia di VisiTuscia che da qualche anno si conforma agli indirizzi di politica del turismo dettati dal MIBACT, è stata pienamente rispettata. Una filosofia che nell’ultimo quinquennio, dall’Anno dell’Expo, quando l’attenzione fu spostata sull’enogastronomia e successivamente sui Camini, sui Borghi e da ultimo sul Cibo, per valorizzare i territori italiani meno conosciuti dal turismo internazionale e rilanciarli in chiave sostenibile favorendo esperienze di viaggio innovative, il turismo nella Tuscia è lievitato considerevolmente passando da 600 mila presenze di 10 anni fa a 1 milione e 200 mila di oggi.

“Investire sul turismo sostenibile, ha precisato l’ideatore e responsabile della manifestazione, Vincenzo Peparello, è una strategia di sviluppo che ha come fine la tutela e la riproposizione innovativa di luoghi, memorie, conoscenze e artigianalità che fanno del nostro Paese un luogo unico e che sembra essere stato dettato in particolare per la Tuscia. Dal mare ai laghi, dai monti e colline fino alla valle del Tevere, dall’archeologia ai luoghi più suggestivi, di valore storico-ambientale e religioso, tutto sembra essere stato ideato in funzione di questa piccola regione che si identifica in massima parte con la provincia di Viterbo ma che si estende a tutta l’Etruria Meridionale. Senza dire delle eccellenze enogastronomiche, della diffusione di imprese agrituristiche e del termalismo”.

La manifestazione gode del patrocinio degli enti locali (Comune, Provincia e Regione), della Camera di Commercio di Viterbo, di Unioncamere Lazio, nonché delle Associazioni di Categoria, ma è sulle sole proprie forze che si gestisce. “Se in tutti questi anni siamo riusciti a sopravvivere, ha detto ancora Peparello, è grazie all’intervento del privato, degli operatori e delle aziende che hanno potuto riscontrare, anno dopo anno, il valore dell’iniziativa e che a VisiTuscia il 30% dei contatti si trasforma nel coso dell’anno in contratti. Un successo dovuto alla serietà degli operatori (buyer e seller) che intervengono al workshop e alla qualità elevata dei nostri prodotti turistici”.

Presente alla manifestazione una nutrita presenza di operatori aderenti alla Fipac (Federazione Italiana Pensionati) aderente alla Confesercenti, autrice a maggio di un interessante rapporto sul “Silver Tourism” che vorrebbe il settore raggiungere nel 2030 in Europa i 140 milioni di turisti rispetto ai poco meno di 42 milioni di qualche anno fa. “Vista la particolarità del segmento, ha detto il Presidente, Sergio Ferrari, al workshop quest’anno sono stati invitati operatori che commercializzano questo prodotto e altri che ben si inseriscono nella filosofia di ‘Visituscia un club di prodotto” quali città d’arte, cultura, ambiente, enogastronomia, sport e terme”.

All’inaugurazione sono intervenuti il Sindaco di Viterbo, Giovanni Arena, e l’Assessore allo Sviluppo Economico ed Attività Produttive, Alessia Mancini, i quali nel breve saluto non hanno mancato di sottolineare come “la città di Viterbo di per sé giovane come dimostra la presenza dell’Università, una vera eccellenza per il territorio, possa candidarsi anche ad ospitare i turisti della terza età, ma io aggiungerei anche quelli della quarta e quinta età, ha detto il Sindaco, perché in possesso di tutte quelle caratteristiche per consentire ad ogni visitatore di visitarla gustandosela dal punto di vista architettonico, culturale ed enogastronomico”.