Coronavirus, Prof. Massimo Danese “Ora però non dimentichiamoci degli altri pazienti!!!"
Il Professore Massimo Danese, Chirurgo Vascolare e Past President della Società Italiana di Flebologia Clinica e Sperimentale, dalle corsie dell’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma dove lavora lancia l’ennesimo disperato appello in favore di chi soffre.
Dice giustamente il grande chirurgo romano, “Non c’è solo il Coronavirus da combattere in corsia”. Ci sono invece tantissimi altri ammalati, che per via della pandemia rischiano ora di essere dimenticati, ignorati, sottovalutati, negati e rimandati a casa come se nulla fosse.
Violenza su violenza, ma soprattutto mortificazione su mortificazione sociale. “In questo particolare ed unico momento di gravissima criticità sanitaria – ripete l’illustre chirurgo- il contributo dei medici è essenziale e necessario in ogni aspetto della best-practice nel management in sanità”. Ma aggiunge che “In questa ottica si evidenzia la necessità di intraprendere percorsi condivisi ed in perfetta sinergia tra medici ed organi istituzionali”.
Li elenca anche Massimo Danese i percorsi da non sottovalutare: “Penso a tutti i problemi legati alla gestione dei pazienti no- Covid, da sottoporre ad interventi chirurgici elettivi e/o indifferibili.
"Ma penso anche ad una miglior utilizzazione delle risorse umane tra medici e infermieri e credo che sia necessario per questo creare con criteri dì centralità degli Hub per quanto mi riguarda del “malato vascolare” sia cronico- precisa l’illustre chirurgo- “attraverso una osservazione e gestione della patologia con interviste telefoniche e/o con telemedicina , sia acuto, con gestione della patologia attraverso ”percorsi puliti”.
Tutto questo- conclude il prof. Massimo Danese- servirà ad ottimizzare, da un lato, il contenimento del contagio, dall’ altro a migliorare la qualità della performance sanitaria”.
Un appello insomma che va nella direzione della difesa della salute di tutti, ed in particolare di quelli più fragili che non hanno il Coronavirus, ma che hanno magari patologie ancora più importanti e più gravi e che per colpa della pandemia in atto rischiano da oggi ancora di più.
E questa sarebbe la vera grande tragedia del post-Coronavirus.