ISTANBUL DA VIVERE
IL BOSFORO, LE MOSCHEE, TAKSIM, IL GRAN BAZAAR, I MUSEI, LA GENTE….
Istanbul è una città magica, il Bosforo è un leggenda, il Ponte di Galata è in qualche modo il luogo dell' "iniziazione" a questa straordinaria mèta, con i suoi profumi di pesce fritto e i panini imbottiti di pesce azzurro fritto sul posto, mentre per bere ci sono le ottime spremute di agrumi. Stupisce perfino la bellezza della frutta, mele, pere, uva sono di rara bellezza e gusti.
Le glorie di questa città sono tante, storia e leggenda s'intersecano fino a diventare un tutt'uno accettabile e financo logico e legittimo: è il caso – e ne citiamo solo uno tra mille – dello straordinario "Spoon Maker" custodito in una vetrina a prova di proiettile, martello, sassi ed altre piacevolezze del genere, posto nelle Sale del Tesoro del favoloso Topkapi, la residenza di capi tra le più famose al mondo.
La gemma è considerata il quarto diamante più grande del suo tipo ed è conservato con dispositivi di massima sicurezza. 86 carati, montato su argento dorato, è circondato da una doppia fila di diamanti più piccoli tagliati all'antica.
Come ricorda il suo nome (spoonmaker in inglese significa “fabbricante di cucchiai”) questo enorme diamante, dalla grande purezza e dal valore inestimabile, secondo una fra le tante leggende, venne trovato da un povero intagliatore di posate di legno e dopo essere passato di mano in mano, alla fine pervenne tra i tesori dei Sultani Ottomani. Storia e leggenda, come dicevamo.
Quello che più colpisce girando per le strade di questa metropoli, sono i bambini, gruppi di bambini, tutti scolari, con le loro maestre, che visitano la città e i suoi punti di interesse: tutti sorridenti, allegri, pieni di vita.
E le donne, tante donne, giovani e meno giovani, donne del posto e turiste di varie etnie che si incontrano per un tè e pasticcini in uno dei numerosi locali della città, o che fanno un picnic sull'erba davanti alle moschee, in mezzo ai fiori di ogni colore e scattano fotografie.
E poi i turisti di mille provenienze: fra gli europei, spiccano tedeschi, francesi, britannici. Non mancano gli americani e naturalmente gli italiani che sono i più "vicini" da un punto di vista geografico.
Sempre pieni i numerosissimi caffè all'aperto, i ristoranti grandi e piccoli, dove si possono gustare le specialità locali ed internazionali, a prezzi molto ragionevoli. Per non parlare delle pasticcerie che offrono dolci veramente dolci da consumare sul posto o da portar via, anche rientrando dal viaggio, per assaporare a casa propria la deliziosa Baklava, i Lokum, l'Helva dai vari gusti...
La scelta alberghiera è variegata, si può alloggiare nel centro storico o presso Taksim, i collegamenti con i vari punti importanti della città sono assicurati da comodi taxi, ma c'è anche la metropolitana, e ogni tanto s'incontra un pittoresco tram rosso in puro San Francisco style.
Istanbul possiede innumerevoli moschee, alcune sono di una bellezza profonda, tre in particolare testimoniano della grandezza artistica di queste genti e della potenza dei Sultani al tempo che fu.: Santa Sofia (costruita come chiesa Bizantina, poi diventata una moschea Ottomana e successivamente un museo), Solimano e la Moschea Blu. Quest'ultima è forse la più bella, la sua struttura testimonia di un gusto inusitato, il contenuto di una cultura antica e aperta. Le tonalità del blu sono totali, i rivestimenti hanno dell'incredibile. Possente, grande e massiccia all'esterno, la Moschea Blu è raffinata, elegante e cesellata al suo interno. L'antitetico è, nel caso, sinonimo di bellezza. Mèta obbligata per chi visita Istanbul è il Gran Bazaar. Qui è impossibile sottrarsi agli acquisti e questo è il riconoscimento che si deve all'arte commerciale, davvero levantina, dei turchi in genere. Paradiso autentico dell'oreficeria, con decine, centinaia di negozi rigonfi di oggetti di ogni dimensione e prezzo, il Gran Bazaar è agguato perenne di tentazioni. E anche questo è Istanbul, la vecchia Istanbul legata alla "nuova" dai ponti che attraversano una lingua del Bosforo detta "Corno d'Oro" primo fra tutti il ponte di Galata.
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(testo e foto di Claudio Patriarca)