Salute: Olfatto, gusto e coronavirus: facciamo chiarezza
Ce ne parla il Professor Lino Di Rienzo Businco
Le alterazioni della capacità olfattoria (disosmie) in senso di riduzione (iposmia) o completa assenza (anosmia) della stessa, sono quasi sempre un sintomo accessorio che accompagna tutti i virus che colpiscono la alte vie respiratorie e in particolare il naso - a parlare è il Prof. Lino Di Rienzo Businco Otorinolaringoiatra Responsabile Chirurgia Endoscopica Miniinvasiva Istituto Medicina e Scienza CONI SportLab, Roma - ogni anno, in occasione della diffusione dei virus responsabili dei raffreddori dell’inverno assistiamo nei nostri pazienti a perdite parziali o complete dell’olfatto che possono durare alcune settimane e in rari casi essere purtroppo permanenti in base alla gravità del contagio, al tropismo del virus e al grado della sua virulenza.
Molto spesso sono i soggetti con preesistente debolezza olfattoria per abuso di fumo di sigaretta, pregressi traumi cranici, terapie farmacologiche croniche o patologie neurologiche preesistenti, che manifestano la disosmia con maggiore frequenza dopo una virosi respiratoria. E’ esperienza di ogni inverno come anche il diffusissimo virus dell’influenza stagionale sia in grado di localizzare un suo effetto tossico sulle vie olfattorie e determinare danno sulle stesse.
Il Covid-19 non fa purtroppo eccezione anche per questo aspetto - aggiunge il Prof. Di Rienzo Businco - rispetto a tutti i virus a trasmissione respiratoria, e può determinare un effetto citotossico diretto sulle terminazioni nasali del nervo olfattorio o, ancora peggio, un effetto dannoso sul bulbo olfattorio localizzato al di sopra del tetto delle cavita nasali.
Ciascuna fossa nasale è dotata di un sistema separato di vie nervose deputate alla percezione degli odori. E’ quindi possibile che il danno riguardi un solo lato oppure che danneggi solo parzialmente le terminazioni nervose olfattorie; in questo caso la capacità di riconoscere gli odori sarà fortemente ridotta, magari il paziente riuscita a percepire solamente gli odori più forti e più concentrati (caffe, candeggina, profumi intensi, ecc) e posti a distanza molto ravvicinata dall’apertura delle narici, con grandi difficoltà a discriminare i differenti odori uno dall’altro (parosmia).
Questa condizione, sia pure molto invalidante, è comunque ancora tollerabile dal paziente quando comparata con la perdita completa della capacità olfattiva per lesione dei bulbi olfattori centrali, in cui viene perduta completamente la capacita percettiva in maniera irreversibile. Le alterazioni olfattorie dovrebbero pertanto essere sempre indagate come possibile manifestazione clinica di infezione da Coronavirus Covid-19.
Essendo il senso del gusto correlato a quello dell’olfatto (con la lingua siamo in grado di percepire solo il dolce, salato, acido e amaro), valutare in modo precoce un cambiamento nella percezione del sapore dei cibi è un altro sintomo da indagare con massima attenzione nel sospetto di infezione da Covid-19.
E’ molto importante la tempestività della diagnosi, che si esegue con una valutazione otorino e dei semplici test olfattometrici non invasivi, per instaurare una terapia che miri al recupero più rapido possibile dell’olfatto perché la cronicizzazione del problema e la assenza di terapie aumenta il rischio di una perdita completa e irreversibile.
In alcuni casi è la reazione infiammatoria dei turbinati nasali a determinare la disosmia, conseguente all’ingresso e alla diffusione del Covid-19 in maniera massiva dalla cavita nasale; quando i turbinati localizzati nel compartimento superiore del naso si gonfiano per l’infezione da Coronavirus risulterà difficoltoso per le molecole odorose arrivare a stimolare i recettori olfattori che sono localizzati proprio nella parte alta delle cavità nasali e quindi la conseguenza sarà un’ anosmia.
In questo caso - conclude il Prof. Di Rienzo Businco - con il passare dell’infezione e la fisiologica decongestione dei turbinati l’olfatto tornerà alla sua corretta funzione nonappena la fase infiammatoria e infettiva sarà risolta. Per questi soggetti è importante eseguire insieme a farmaci specifici molti lavaggi nasali al fine di liberare l’accumulo di secrezioni endonasali e accelerare la guarigione della rinosinusite concomitante.