Tipicità. Un modello vincente
La XXIII edizione della manifestazione si è chiusa a Fermo con il successo di sempre a dimostrazione di una formula accattivante, concreta, elastica, ma soprattutto capace di rispondere alle esigenze del mercato.
Abbiamo studiato Tipicità e ci siamo detti: loro hanno realizzato quello che vogliamo sviluppare noi”. E' quantoha dichiarato Marco Marturano, responsabile comunicazione Anci per EXPO, aggiungendo: Creare connessioni per far emergere le eccellenze, incrociare il sapere e il fare, riuscendo a rendere il tutto naturale, è quello che vogliamo fare nei prossimi mesi. Il successo di Tipicità dimostra che il modello è vincente”. Si può riassumere in questa esplicita dichiarazione il successo della XXIII edizione di Tipicità, tenutasi di recente a Fermo, è postasi all'attenzione degli esperti e di un pubblico sempre più entusiasta con una serie di eventi che ancora una volta sono usciti fuori dei soliti schemi cui questo tipo di manifestazioni ci hanno ormai abituati.
Tipicità si distingue anche per questo. A Fermo quest'anno si è parlato di tutto e non solo di cibo, anche se questo è stato, e non poteva essere altrimenti, la priorità della manifestazione, l'elemento intorno al quale costruire l'evento. A Fermo quest'anno si è parlato del passato, del domani, e di stili di vita, mettendo a confronto vecchie e nuove tendenze. Certo in primo piano c'è stato il cibo, quello buono, quello di alta qualità. Ma questo era quasi normale. Dopo essere stata eletta a manifestazione di riferimento per la prossima kermesse mondiale, doveva pur dare contenuto al claim di EXPO 2015: “Nutrire il pianeta, emergenza per la vita”. E, allora, occorreva trovare un filo conduttore che potesse rispondere a tutte queste esigenze. Ma è bastato poco: è stato sufficiente mettere il cibo al centro di ogni confronto, e tutto è diventato semplice. Per modo di dire. Perché non è risultato facile assemblare oltre 90 eventi fra show cooking con grandi chef, presentazioni multimediali del territorio, lanci di libri, tavole rotonde, convegni musica e spettacoli che guardassero alle Marche del futuro. Ecco un'altra fatidica parola che ha caratterizzato questa edizione di Tipicità: futuro. Parlarne era quasi d'obbligo perché il “Festival del Made in Marche”, come viene anche definita questa manifestazione, doveva guardare al futuro e, se vogliamo, andare anche oltre. Doveva superare le barriere per approdare a nuovi orizzonti del gusto. E' proprio con questa chiave di lettura che si è potuta leggere un’edizione che ha saputo coinvolgere gli otto istituti alberghieri delle Marche, che hanno portato in scena i loro talenti emergenti in una sorta di “olimpiadi del gusto”. I ragazzi hanno così avuto modo di confrontarsi, conoscere i pregiati gioielli della biodiversità marchigiana e mettere in mostra tutta la loro creatività. E non bastando l'intervento della scuola primaria, l'organizzazione è voluta andare anche oltre coinvolgendo i tre Atenei marchigiani (Ancona, Camerino e Macerata) cui era demandato il compito di lanciare nuove tematiche ed intraprendere nuovi percorsi concettuali guardando all'ormai imminente EXPO).
Il presente lo hanno assicurato le esibizioni dei grandi chef stellati. E così, dopo le grandi esibizioni di Aimo Moroni, che ha incantato il pubblico con i suoi racconti evocativi, e di Barbara Settembri con i suoi sapori marinari, è scattata l’ora dei grandi show cooking con i Signori del Gusto: Gabriele Ferron, maestro del riso, Mauro Uliassi, che ha raccontato il lato oscuro del sapore, Michele Biagiola, il poeta della tradizione, e Danilo Bei, compositore di gusti d’azzurro. In scena sono saliti anche due maestri pasticceri. Roberto Cantolacqua e Claudio Marcozzi che hanno dipinto con gusti mediterranei la giornata di domenica. Ma si è parlato anche di longevità. Pochi sanno, infatti, che le Marche a livello europeo può vantare un primato invidiabile. É la Regione che vanta il più alto indice di longevità, sia maschile che femminile. Un tema questo, insieme allo sport, ai record e al vivere sani, che è stato al centro di un dibattito, organizzato da Comune di Ascoli e Università degli Studi di Camerino, sulle prospettive della nutrigenomica legata ai retaggi della tradizione. E, ancora, lo stile di vita e l’influenza che il territorio ha sull’abitare: altri due temi sono stati al centro di un convegno accreditato dall’Ordine degli Architetti di Fermo, che ha analizzato i modelli di sviluppo abitativo legati alla riconversione del Casolare in smart house, funzionali alla terza età e compatibili con moderne tecnologie e impatto ambientale. Un incontro che si è focalizzato sulle variabili che agiscono sulla dicotomia uomo-casa, passando in rassegna fattori chiave come qualità dell’acqua e alimentazione.
Si è, infine, parlato, di territorio, tradizioni e di identità locale. Nell’ambito del programma eventi di Tipicità, ha fatto ritorno il Teatro dei Sapori, la suggestiva area show dedicata ai viaggi del gusto. Grandi appuntamenti mirati a raccontare tutti i lati della “marchigianità”, con la tradizione vinicola a farla da padrone tra minicorsi, degustazioni guidate e abbinamenti autentici, come il connubio tra Verdicchio dei Castelli di Jesi e Crescia sul Panaro di Castelplanio. Notevole spazio anche alla presentazione di “grandi eventi” che raccontano il territorio come Vongolopolis, presentata in anteprima dal Comune di Porto San Giorgio, la Sagra dell’umido di Petritoli ed il ricchissimo 2015 della Città di Camerino, tra gusto e leggenda. Il Teatro è stato anche il punto di partenza della Tipicità experience, un racconto lungo una stagione, un’avventura dritta al cuore delle identità, che ha saputo disegnare le tappe di un percorso che, partendo dalle Marche, farà rotta sul mondo.
Antonio Castello