Skip to main content

Arte, Cultura, Archeologia: Visita a Lanuvio

Lanuvioporticato

Un’oasi di pace e cultura a due passi da Roma

di Claudio Manari

 In visita a Lanuvio in compagnia del maestro Ciro Cellurale pittore e scultore romano conosciuto a livello internazionale per le sue opere che spaziano dalle rappresentazioni dell’antichità, alla ritrattistica nell’ambito dello spettacolo e recentemente affrontano i temi del moderno e dell’astratto, in cerca di angoli dei Castelli Romani da fermare sulla tela per una nuova mostra relativa ai dintorni di Roma e per chi vi scrive, di spunti per descrivere gli splendidi dintorni di Roma allo scopo di invogliare a una gita fuori porta valorizzando il patrimonio storico, artistico e paesaggistico della nostra penisola.Lanuviofiladx16

Lanuvio è una piccola città situata a circa 30 km a sud di Roma e sorge sulle pendici del Vulcano Laziale a pochi km da Velletri e da  Nemi.

L'odierno centro urbano corrisponde all’antica Lanuvium, identificata grazie alle testimonianze degli storici latini Strabone e Appiano.

Secondo le più accreditate ipotesi circa l’origine della città possiamo citare quella tramandata da Appiano, secondo cui la fondazione di Lanuvio fu dovuta a Diomede figlio di Tideo, signore di Argo e quella emersa grazie al ritrovamento di frammenti di intonaco rinvenuti nel 1969 a Taormina e appartenenti al ginnasio dell'antica Tauromenion, dove si parla di Fabio Pittore, primo annalista romano, e gli si attribuisce la narrazione dell'arrivo in Italia, in seguito alla guerra di Troia, di un certo Lanoios, fondatore nel Lazio di una cittadina, che avrebbe preso da lui il nome.

Lanuviodonneinbianco16Anche se si tratta solo di ipotesi fondate sulla tradizione non si deve prescindere dalla discordanza tra le fonti antiche, che  fanno risalire  la fondazione della cittadina agli anni immediatamente successivi alla guerra di Troia (1180-1170 a.C.), e le testimonianze archeologiche i cui reperti più antichi, rinvenuti sul colle San Lorenzo, si datano al più presto agli inizi del IX secolo a.C. e quindi posteriori.

Lanuvio nel  VI secolo a.C., faceva parte dei trenta populi della lega latina,  che si riunivano nel lucus di Diana Nemorense presso Nemi . La città si ribellò insieme ad altre città latine, contro Roma, nella battaglia presso Aricia (504 a.C.), in quella del lago Regillo (496 a.C.), soccombendo poi alla potenza delle legioni romane.

In seguito all'ultima e definitiva sconfitta avvenuta nel 338 a.C., perse, insieme alle altre cittadine del Latium vetus, l'indipendenza, ma già nel 332 a.C. ottenne un trattamento di privilegio e la Civitas cum suffragio da parte di Roma, in cambio di ammettere il popolo romano ad amministrare la metà dei proventi del santuario di Giunone Sospita.

Lanuviocolonna8Lanuvio mantenne per secoli un elevato grado di benessere fino allo scoppio della guerra civile tra Mario e Silla nel 1° secolo A.C. ma parteggiando per Silla, venne ridotta da Mario a colonia militare. Quando le fortune di Mario cambiarono Lanuvio, ritornò ad un periodo fiorente.  In epoca  tardo-repubblicana, divenne meta dei personaggi più in vista della politica romana, vi ebbero dimora: Marco Emilio Lepido, Marco Giunio Bruto, Augusto e Marco Aurelio. Diede anche i natali al console dell'anno 62 a.C. Lucio Licinio Murena e agli imperatori Antonino Pio e Commodo.

Con l'editto di Teodosio del 391, che sanciva il Cristianesimo come unica religione dell'impero romano, iniziò la decadenza e l'inesorabile abbandono dell'antica Lanuvio. Questo editto comportò infatti anche l'immediata chiusura di tutti i templi pagani tra cui anche quello di Giunone Sospita, funzionante fin dal VI secolo a.C., e che era stato l'elemento propulsore della cittadina per dieci secoli.

Dopo questa necessaria parentesi storica che ci rende la testimonianza dell’antichità della città vorrei focalizzarmi sulla visita effettuata domenica scorsa agli scavi archeologici ed al museo della città.

La testimonianza più monumentale della città è offerta dalle superstiti arcate di sostruzione del Tempio di Giunone Sospita, recentemente restaurate e consolidate che si trovano sulla sommità della collina corrispondente all’antica acropoli, all’interno del parco pubblico della Rimembranza.

La struttura si presenta in opera reticolata e laterizia di grande impatto visivo con le arcate intervallate dalle semicolonne doriche che richiamano  altre strutture simili del Lazio, quali quelle del santuario di Ercole a Tivoli, del santuario della Fortuna Primigenia a Palestrina e del Tempio di Giove Anxur a Terracina. Il tempio di Giunone Sospita ( appellativo dovuto al fatto che la sua statua era rivestita di una pelle di capra ). Al di sopra di tali arcate sostruttive è stato ipotizzato con buon margine di certezza che vi fosse un portico colonnato.Lanuviosculturine16

L’area era imponente e vastissima ed era costruita su una serie di terrazzamenti che culminavano con la piattaforma sulla quale sorgeva il tempio vero e proprio. Nell’area attualmente visibile che corrisponde ad un basamento sostruttivo erano posizionati i numerosi negozi utili ai fedeli che arrivavano alla città. Molto probabilmente il portico del tempio era a due piani con volte rivestite di preziosi mosaici. In fondo al portico c’era una porta che conduceva ad una serie di cunicoli sotterranei che alcuni ritengono fossero la grotta dov’era custodito il serpente sacro a Giunone Sospita. Properzio narra infatti che nel santuario si svolgeva ogni primavera un rito propiziatore per l’agricoltura durante il quale un gruppo di fanciulle vergini doveva offrire focacce ad un grosso serpente che si trovava dentro un antro. Se il serpente accettava il dono si prospettavano raccolti fruttuosi; se lo rifiutava, la fanciulla impura, cioè colei che aveva perduto la verginità, veniva sacrificata per scongiurare la carestia. L’ingresso dell’antro del serpente è stato indagato dall’associazione Sotterranei di Roma ed ha messo in evidenza una rete di cunicoli che si estendevano nella bancata rocciosa.

Le strutture visibili offrono una idea della vastità del complesso che è paragonabile a quelli già citati di Tivoli, Palestrina e Terracina.

Lasciando il tempio, la visita è proseguita al Museo civico Lanuvino, dove accolti dalla gentilezza, competenza e disponibilità  del Sig. Piero Bogetto, abbiamo potuto ammirare una collezione di reperti di eccezionale bellezza e interesse strorico- archeologico.  Grazie alla illuminata esperienza e competenza e passione del Direttore del Museo, il dott. Luca Attenni, le raccolte sono esposte in modo ordinato e estremamente comprensibile anche per coloro che non sono esperti in materia storico-archeologica.

In un percorso che si snoda attraverso una documentazione fotografica che testimonia tutte le fasi di indagini della cittadina a partire dall’ottocento fino ai giorni nostri, le vetrine mostrano reperti in terracotta, marmo e altri materiali provenienti dagli scavi delle necropoli circostanti il Santuario e da siti nelle immediate vicinanze.

Si possono ammirare frammenti di affreschi di pregevolissima fattura che testimoniano la ricchezza degli apparati decorativi degli edifici che in epoca tardo repubblicana ed imperiale videro una fase di estrema monumentalizzazione degli edifici preesistenti. Frammenti di pavimenti musivi, oggetti in vetro, lucerne, statuette, bronzetti ed altro ancora.

La presenza di un modellino dell’area del tempio offre ulteriori informazioni per una migliore comprensione del sito archeologico che come abbiamo visto prima  copre un intervallo temporale di oltre 10 secoli.  L’area  infatti ha restituito tracce di fasi capanni cole, sepolture con corredi, fasi costruttive del tempio a partire dall’età repubblicana fino alla imperiale.

Al termine della visita al Museo il sig. Bogetto ci ha accompagnati ad un altro sito, nelle immediate vicinanze del Museo  di eccezionale interesse che è costituito dall’esposizione dei materiali votivi recuperati dal nucleo Tutela dei Beni culturali della  Guardia di Finanza in seguito a segnalazioni di uno scavo clandestino allo scopo di furto e commercio di materiali archeologici presso Lanuvio,  in località Pantanacci .

Si tratta del contenuto di una stipe votiva che ha restituito migliaia di reperti in terracotta tra i quali vasi, anfore, statuette e parti anatomiche che i fedeli offrivano come ex voto alle divinità per chiedere la guarigione. La disposizione dei reperti, l’atmosfera creata da luci e musica di sottofondo rende la visita particolarmente suggestiva ed emozionante.

La stipe rinvenuta nei boschi nelle immediate vicinanze del Tempio di Giunone si trovava in una serie di cavità nel tufo dalle quali sgorga tuttora acqua pirissima che secondo gli antichi aveva capacità curative.

Sono stati recuperati modelli raffiguranti mani, piedi, gambe, braccia, figurine intere (maschili, femminili ed infanti fasciati), busti con intestino, vesciche, mammelle, uteri, falli, vulve, orecchie, mascherine con occhi, teste maschili e femminili e soprattutto l'inedita tipologia dei cavi orali che  spicca per la sua eccezionalità, costituendo infatti un unicum, non essendo mai stata  rinvenuta in altri scavi.

A completamento della visita vale la pena spostarsi alle pendici della collina lanuvina e recarsi a Ponte Loreto lungo la via Astura, ove in un suggestivo ambiente naturale rigoglioso e verdeggiante si trovano i resti di un antico ponte romano e di un cospicuo tratto di strada romana lastricata con presenza di basoli ben conservati e limiti della carreggiata.

La cittadina di Lanuvio è veramente tutta da scoprire e da apprezzare. In un ambiente naturale di rara bellezza, immersa nella vegetazione ed in posizione panoramica, costituisce un gioiello dei Colli Romani assolutamente da visitare.

Non è da trascurare inoltre dal punto di vista gastronomico, la bontà della cucina locale che abbiamo potuto gustare presso uno dei numerosi ristoranti presenti.

La visita ha prodotto i risultati desiderati e il maestro Ciro Cellurale si è detto soddisfatto e propenso a una esposizione delle sue opere nell’amena località. Dal punto di vista di chi vi scrive, questo articolo è già una chiara risposta ed un chiaro invito alla scoperta di Lanuvio, località nella quale si fondono particolarità geologiche, archeologiche, storiche e paesaggistiche in una armonico bilanciamento.

Per maggiori approfondimenti sui contenuti del museo, gli orari di visita ed informazioni storico-archeologico invito a consultare i siti dedicati al Museo Civico Lanuvino ed alle emergenze archeologiche del territorio.

Nelle foto: il Tempio di Giunone Sospita, due ricostruzioni dei riti che vi si tenevano, e la stipe votiva di Pantanacci al Museo Civico lanuvino