Skip to main content

DEBUTTO DI "DERVISCI" AL TOLFA SHORT FILM FESTIVAL

derviscigiallo2-24
 
Al Tolfa International Short Film Festival 2014 l'operatore Special Travel Service del Cairo ha partecipato con il corto fotografico "Dervisci" realizzato da Claudio Patriarca. Una serie di immagini suggestive e coinvolgenti accompagnate dalla classica musica che sottolinea i movimenti dei danzatori ispirati dal Sufismo.
Applausi e consensi per un'opera prima che ha voluto sottolineare come l'Egitto stia tornando ad aprire le sue porte al turismo con la grande offerta di cultura, arte, natura da sempre apprezzata dal pubblico internazionale. "Siamo molto lieti di aver partecipato al Festival di Tolfa – commenta il General Manager di Special Travel Service Amir El Zayat – e ci auguriamo che gli spettatori abbiano colto il messaggio profondo proveniente dalle danze Sufi. L'Egitto sta riprendendosi dopo un lungo periodo difficile, e vediamo i turisti di tutto il mondo, e gli italiani in particolare, tornare nel nostro splendido Paese".
 
DerviscititoliNota: Il termine "Sufismo" proviene dall'arabo "suf" lana; in passato questo nome si dava  agli asceti che portavano un vestito di lana ordinaria, in segno di rinuncia alle vanità del mondo.
Dervisci sono gli appartenenti alla confraternita musulmana dei sufi, che si propongono l'unione mistica con Dio mediante l'ascesi e la danza. La trance (wajd) raggiunta attraverso la musica ha un ruolo importantissimo nella ricerca di Dio, scopo ultimo della pratica religiosa del Sufismo.
L’orchestra, formata da strumenti tradizionali, fra cui spicca il flauto, esegue brani in forme ritmiche chiamate pesrev e semai . E naturalmente i timpani che rivestono un'importante funzione ritmica pur mantenendo un carattere moderato che contraddistingue tutta la cerimonia. Il ruoli dei partecipanti sono rigidamente divisi fra i danzatori che, ascoltando la musica e volteggiando, aspettano la trance e i musicisti che eseguono la musica senza venirne influenzati.
L’ estremo controllo che permea tutta la cerimonia rispecchia la simbologia del rito, dove la rotazione dei dervisci rappresenta il grande meccanismo celeste nel suo incessante movimento e le braccia aperte, una in direzione del cielo, e l’altra in direzione della terra, creando un ponte immaginario fra il divino (il cielo) e l’umano (la terra).