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Meraviglie del Lazio: Sambuci e il suo Castello

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Passeggiando tra antiche mura tra storia e tradizioni

di Claudio Manari

Come di consueto, lo scrivente, insieme al maestro Ciro Cellurale, pittore ormai noto internazionalmente, appassionato promotore delle bellezze artistiche italiane, allo scopo di divulgare il più possibile il patrimonio culturale dei paesi e borghi meno conosciuti della penisola, si reca in località che spesso sono trascurate dai turisti, in quanto non sempre inserite nei tour proposti dagli operatori di settore.

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La Festa della polenta 2019  organizzata a Sambuci, ci ha fornito una ottima occasione domenica 27 ottobre  per visitare questo delizioso borgo a pochi km da Roma situato nella valle  del Giovenzano (altro nome del Torrente Fiumicino, affluente del Fiume Aniene). La festaall’insegna dei sapori nella quale a fare da padrone è stato un piatto tipico della tradizione, la Polenta condita con spuntature e salsicce o con funghi porcini. Oltre al piatto principale anche porchetta e salsiccie, patatine fritte, dolci tipici e ottimo vino.
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Lungo le vie del centro storico inoltre una fiera con bancarelle e prodotti tipici.   facilmente raggiungibile grazie al servizio navetta gratuito.“

Il territorio di Sambuci si trova nel cuore dei Monti Ruffi, catena di origine calcarea, appartenente al subappennino laziale, ricadenti quasi interamente nella provincia di Roma. fanno da cornice al paese con le loro verdeggiante pendici. 

L’ambiente naturale si è conservato quasi integralmenteè invadente ed il  paesaggio è dominato da vegetazione costituita da castagneti, ma   troviamo anche olmi, querce, ornelli, aceri campestri, carpini, noccioli, lecci, faggi. 

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Laddove il bosco ha lasciato spazio alle coltivazioni, si osservano aree di oliveti e vigneti. Le zone nei pressi delle vette presentano una tipica vegetazione a prato, ottimale per l’allevamento degli animali.

L’origine calcarea e marnosa del territorio fa sì che nell’area ci sia una forte presenza di sorgenti d’acqua che alimentano il fiume e tutto il bacino idrografico della Valle. 

Nel territorio sono presenti anche delle grotte. Si segnala la grotta di interesse geologico della Inata  vicino Pisoniano, ricca di stalattiti e stalagmiti. 

Il borgo di Sambuci, voluto dalla famiglia Astalli è interamente incluso nelle mura da cui si accede da due porte ed è attraversato interamente dalla Via Girolamo Theodoli.

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La via principale (Via Theodoli) sfocia in Piazza Roma, la piazza centrale del paese e nel lato opposto si trovano 2 torri cilindriche e dove, su un portale presso la torre di sinistra ancora oggi si legge la scritta Nec petas turpia rogatus nec facies (traduzione dal latino: "non desiderare cose indegne e non farle anche se sei spinto a farle").
Questa frase, secondo una leggenda popolare e da ascrivere all'esilio a Sambuci di Camillo Astalli mentre un'altra diceria consiglierebbe semplicemente agli uomini come comportarsi verso le donne.

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Il Castello Theodoli ha la forma di un quadrilatero molto irregolare, con torri laterali. 

Dal Duecento al Seicentofu più volte sottoposto a restauri fino agli ultimi avvenuti pochi anni fa che hanno permesso tra l’altro di rendere la struttura idonea ad ospitare il Comune del borgo.  Tre dei quattro lati del castello sono attaccati alle case del paese, mentre sul lato restante vi è un parco denominato villa comunale con giardini all’Italiana e statue di pregevole fattura. 

La loggia è impreziosita da volute barocche e contrafforti.
Alcune sale hanno degli affreschi, tra cui: "La Gerusalemme Liberata" di P. T. Salone (1641), mentre nella sala dei Ciclopi vi sono degli affreschi di G. A. Canini. 

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La storia di Sambuci è strettamente legata con questo Castello.In occasione della sagra, è stato possibile visitarlo con la presenza delle "splendide guide in costumi d'epoca" che ci hanno accompagnato nella visita allietandoci con spiegazioni e aneddoti legati al castello.

I costumi sono stati creati  dall’Associazione Culturale Terzo Millennio, che come ci illustra la sua presidente la dott.ssa. Aurora Fratini  ( laureata in Lettere e autrice di libri di poesia nel dialetto di Sambuci e numerose altre pubblicazioni ) sono stati realizzati basandosi sugli affreschi rinvenuti in situ. 

Gli abiti indossati dagli attori e dalle attrici sono infatti sono fedelmente riprodotti da documenti storici, i gioielli sono realizzati a mano dagli artisti dell’associazione con pietre dure, semipreziose e cristalli, i complementi d’arredo sono originali, le decorazioni del palazzo vengono eseguite artigianalmente.

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Le foto che vedete, in compagnia delle gemelle Livia e Caterina , di Aurora, di Andrea e di altri interpreti di questa bella iniziativa, mostrano al lettore la maestria con la quale l’Associazione realizza questi costumi. 

Una bella pubblicazione di Angela Raffaelli a disposizione dei visitatori, racconta la storia e l’arte del Borgo in modo esaustivo e con molte belle illustrazioni.

Menzione speciale dunque a questo borgo e alla sua ricchezza culturale.

Un ringraziamento dunque a tutti coloro che ci hanno accolto e guidato nel percorso gastronomico  e artistico.

Un grande saluto alla deliziosa Signora Mascia Cellurale, nipote del nostro artista, che ci ha invitati a partecipare alla manifestazione e ci ha dato la possibilità di degustarele delizie del posto e scoprire le bellezze che si nascondono in questo piccolo borgo antico.